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In un post sui social Pecol, frazione di San Tommaso Agordino, in provincia di Belluno, piange Bambotto, un cervo di sette anni, cresciuto nell’amore della comunità locale. «Questo era Bambotto. Era nato 7 anni fa a Pecol – recita il post – e da subito la sua mamma Minerva lo aveva portato sullo zerbino di Giorgio, affidandolo a noi abitanti e fidandosi come aveva fatto lei per tutta la sua vita. Da allora è diventato il nostro amatissimo cervo. Ho scritto era perché Bombotto è morto. Ammazzato da un miserabile che crede di aver compiuto un’impresa e invece si è solo marchiato a vita come un poveraccio che ha sparato a un animale che ti mangiava dalle mani e si faceva coccolare fino ad addormentarsi tranquillo». A scrivere queste parole è Donatella Zemboli che, intervistata al Dolomiti, spiega quanto fosse consuetudine incontrarlo nella zona. «Lo potevi incrociare per strada mentre raggiungeva tutte le frazioni limitrofe e si fermava a mangiare ovunque da chi lo amava come noi. Spesso mi entrava in casa e poi era un impresa farlo uscire perché i suoi palchi erano immensi», racconta.
In un post sui social Pecol, frazione di San Tommaso Agordino, in provincia di Belluno, piange Bambotto, un cervo di sette anni, cresciuto nell’amore della comunità locale. «Questo era Bambotto. Era nato 7 anni fa a Pecol – recita il post – e da subito la sua mamma Minerva lo aveva portato sullo zerbino di Giorgio, affidandolo a noi abitanti e fidandosi come aveva fatto lei per tutta la sua vita. Da allora è diventato il nostro amatissimo cervo. Ho scritto era perché Bombotto è morto. Ammazzato da un miserabile che crede di aver compiuto un’impresa e invece si è solo marchiato a vita come un poveraccio che ha sparato a un animale che ti mangiava dalle mani e si faceva coccolare fino ad addormentarsi tranquillo». A scrivere queste parole è Donatella Zemboli che, intervistata al Dolomiti, spiega quanto fosse consuetudine incontrarlo nella zona. «Lo potevi incrociare per strada mentre raggiungeva tutte le frazioni limitrofe e si fermava a mangiare ovunque da chi lo amava come noi. Spesso mi entrava in casa e poi era un impresa farlo uscire perché i suoi palchi erano immensi», racconta.
In un post sui social Pecol, frazione di San Tommaso Agordino, in provincia di Belluno, piange Bambotto, un cervo di sette anni, cresciuto nell’amore della comunità locale. «Questo era Bambotto. Era nato 7 anni fa a Pecol – recita il post – e da subito la sua mamma Minerva lo aveva portato sullo zerbino di Giorgio, affidandolo a noi abitanti e fidandosi come aveva fatto lei per tutta la sua vita. Da allora è diventato il nostro amatissimo cervo. Ho scritto era perché Bombotto è morto. Ammazzato da un miserabile che crede di aver compiuto un’impresa e invece si è solo marchiato a vita come un poveraccio che ha sparato a un animale che ti mangiava dalle mani e si faceva coccolare fino ad addormentarsi tranquillo». A scrivere queste parole è Donatella Zemboli che, intervistata al Dolomiti, spiega quanto fosse consuetudine incontrarlo nella zona. «Lo potevi incrociare per strada mentre raggiungeva tutte le frazioni limitrofe e si fermava a mangiare ovunque da chi lo amava come noi. Spesso mi entrava in casa e poi era un impresa farlo uscire perché i suoi palchi erano immensi», racconta.
....Il "pericoloso" Cervo ucciso per divertimento dal giovane cacciatore !!
https://www.fanpage.it/attuali....ta/cervo-bambotto-uc