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MESTRE: "LA GENTE INVECE DI AIUTARE FACEVA VIDEO E FOTO DELLA TRAGEDIA"
Marcello Pamio - 6 ottobre 2023
Bujar Bucai, è un kosavaro che vive in Italia da 25 anni e gestisce un bar adiacente alla stazione ferroviaria di Mestre, proprio vicino al punto dove è precipitato il bus dal cavalcavia!
E' stato uno dei primi soccorritori dei passeggeri e ha raccontato gli attimi immediatamente successivi all’incidente, dichiarando sconvolto che la gente era “ferma faceva foto e video invece di aiutare“.
All’Ansa ha raccontato di aver scavalcato le recinzioni, attraversato di corsa i binari e scalato un traliccio per riuscire a salvare due bambini.
Subito dopo ha dichiarato di essere rimasto scandalizzato dai passanti che facevano “foto e video“, gridando di dare una mano nel caso in cui avessero visto qualcuno perché “si tratta di salvare vite”. O almeno di non bloccare la strada “perché dovevano arrivare i soccorsi”.
Questi sciacalli disumani, sono i sudditi ideali di questa società, dove le immagini valgono di più della vita umana. Preferiscono avere qualche "mi piace" in più; qualche followers nuovo per aver ripreso una tragedia in diretta, piuttosto che dare una mano e provare a salvare qualcuno!
Sono da estinzione, e per fortuna ad aiutarci in questa opera, sono arrivati non a caso i sieri magici...
Disinformazione.it

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𝗦𝗘 𝗖𝗢𝗡𝗙𝗘𝗥𝗠𝗔𝗧𝗢 𝗠𝗔𝗟𝗢𝗥𝗘 𝗗𝗘𝗟𝗟'𝗔𝗨𝗧𝗜𝗦𝗧𝗔 𝗟'𝗔𝗦𝗦𝗜𝗖𝗨𝗥𝗔𝗭𝗜𝗢𝗡𝗘 𝗡𝗢𝗡 𝗣𝗔𝗚𝗔!!!
Marcello Pamio - 6 ottobre 2023
Se li chiamo merdacce, gli escrementi potrebbero offendersi.
Prima ti "obbligano" a spararti in circolo il diserbante genico, se vuoi guidare il pullman, e poi se ti viene un malore causato da questi sieri maledetti l'assicurazione non paga!!!
Non fa una piega.
Io rimango fermamente seduto sulla sponda del fiume e in vigilante attesa aspetto di vedere passare il loro cadavere...

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𝗧𝗥𝗘𝗩𝗜𝗦𝗢: 𝗔𝗥𝗥𝗘𝗦𝗧𝗢 𝗖𝗔𝗥𝗗𝗜𝗔𝗖𝗢 𝗔 𝟯 𝗠𝗘𝗦𝗜.
𝗧𝗘𝗥𝗭𝗢 𝗖𝗔𝗦𝗢 𝗜𝗡 𝗣𝗢𝗖𝗛𝗜 𝗚𝗜𝗢𝗥𝗡𝗜
Marcello Pamio - 7 ottobre 202el3
I neonati, come sempre pagano l'ignoranza e le scelte scellerate degli adulti nel credere ciecamente e fideisticamente alla narrativa.
Sempre più donne accettano infatti di farsi inoculare il diserbante genico in gravidanza, quando fino a pochi anni anni fa nessun medico sano di mente avrebbe dato neppure una aspirina. Ora invece puoi spararti anche un farmaco genico sperimentale. Siamo alla follia.
Poi non dimentichiamo che ci sono anche i vaccini pediatrici ad incombere sulla salute dei nostri cuccioli. I risultati li vediamo purtroppo ogni giorno: sempre più aborti e neonati che muoiono in culla con arresti cardiaci e/o respiratori. Tutto normale per la mente bacata dei subumani.
Disinformazione.it

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SORVEGLIANZA TOTALITARIA A VENEZIA

La Sorvegliatissima è usata da TIM come fattoria per mungere dati dai cittadini e lucrare su di essi senza il loro consenso.

1) LA PEGGIORE DI TUTTE

Venezia oltre al solito impiego di telecamere con intelligenza artificiale utilizza i dati delle celle telefoniche delle persone per tracciare chiunque entri o esca dalla città. La cosa è stata reputata estremista persino dal New York Times, che è considerato uno dei giornali più mainstream. La rete di videosorveglianza è basata sulle reti neurali ed è così potente che basta un'immagine d'esempio o una descrizione sommaria per poter ricercare qualsiasi persona o qualsiasi veicolo passi all'interno della città di Venezia, e dichiarano senza troppi problemi che le immagini di queste telecamere sono utilizzate dalle forze dell'ordine e dalla magistratura durante i processi.
Le telecamere servono anche per le ZTL, che a Venezia sono di tre tipi: la ZTL Centrale che interessa la zona centrale di Mestre ed è interdetta a tutti i tipi di veicoli che non sono autorizzati, le ZTL merci che impediscono l'accesso a veicoli adibiti al trasporto di cose con massa massima superiore alle 3,5t, infine la ZTL bus dove è impedito l'accesso agli autobus turistici. L'anonimato e la privacy non sono garantite perché l'accesso alla città è possibile solo mediante prenotazione, quindi basta incrociare i dati delle telecamere con quelli delle prenotazioni per poter identificare chiunque transiti nella città.

2) DATI FORNITI AI PRIVATI

Anche a Venezia, così come altre città, la sorveglianza è altamente centralizzata in una sala di controllo gestita da degli operatori che hanno accesso in tempo reale a tutto quello che succede nella città. La parte peggiore della questione è che tutto ciò è fatto in collaborazione con enti privati che entrano in possesso dei dati dei cittadini senza il loro consenso per fini di lucro. La smart control room non solo è stata realizzata in collaborazione con TIM, ma utilizza come interfaccia digitale Mindcity, una piattaforma di intelligence urbana di cui il proprietario è TIM, che non si vergogna di definire quello delle smart city un "mercato" nel quale crescere e svilupparsi. La raccolta e l'analisi dei dati viene fatta con il software urban genius che è ancora una volta realizzato da TIM, ma nel monitoraggio in tempo reale urban genius si appoggia anche a Google dataproc, una piattaforma di analisi di big data che ne consente la divisione in cluster. L'altro ente privato che guadagna da tutto ciò è Venis, un'organizzazione che si occupa di servizi informatici, che ha collaborato con TIM per la realizzazione della sala di controllo e che tutt'ora guadagna tramite essa. La rete 5g è ciò che secondo Venis ha reso possibile l'implementazione dell'internet delle cose e di collegare insieme le telecamere e i sensori con i server.

3) USO TOTALITARIO DELLA SORVEGLIANZA

La retorica del voler salvare Venezia dalle orde di turisti indisciplinati nasconde dietro di sé qualcosa ben più sinistro. Oltre all'uso totalitario nelle ZTL già esaminato, è stato già ammesso che durante la farsa pandemica questi sistemi sono stati utilizzati per segnalare gli "assembramenti" ai vigili così da farli intervenire. Incrociando invece i dati delle celle telefoniche con quelli dei posti letto disponibili nella città per i turisti, sono stati capaci di individuare 20mila "turisti fantasma" ospitati da albergatori che verosimilmente hanno evaso il fisco. Dopo queste analisi, infatti, è scattata una vera e propria caccia all'evasore nella città con controlli a tappeto dei vigili e della guardia di finanza.

CONCLUSIONI

Il sindaco, comportandosi in modo dittatoriale, ha pesantemente insultato dei manifestanti che si opponevano al pedaggio per entrare in città, impedendo di manifestare il dissenso verso le misure totalitarie della Sorvegliatissima. Uno degli epiteti utilizzati dal sindaco è stato "fascisti", il che fa riflettere su come si autopercepiscano questi criminali che trasformano le città in prigioni.

Fonte: Der Einzige

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