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3 anni

3 anni

Ed ecco FATTO!!!

Dal Mattino di Napoli del 14 luglio (segue articolo) Leonardo, confessa l'hacker. Il Pm: "sì all'accordo".
Così, ha confessato.
E ha coinvolto altre persone, mettendo in moto una serie di indagini culminate in blitz a sorpresa, controlli e perquisizioni.
Ha sostenuto almeno quattro interrogatori investigativi, che hanno convinto i pm di Napoli della sua attendibilità, proprio alla luce delle dichiarazioni che aveva rilasciato nei mesi scorsi. Quanto basta per spingere gli stessi inquirenti a firmare un parere positivo alla richiesta di patteggiamento avanzata dall'ex consulente della Leonardo Spa, arrestato meno di un anno fa per accesso abusivo al sistema informatico all'interno di una delle società di un gruppo che si occupa di tecnologia strategica per il Paese. Il giudice D'Auria, ha fissato per questa mattina, l'udienza clou nei confronti di Arturo D'Elia, l'ex consulente informatico ritenuto responsabile di diversi accessi abusivi in un'azienda di Pomigliano, finalizzati a far sparire dati informatici che venivano fatti girare per rimanere segreti.
Un consulente hacker, uno con un passato ancora da decifrare, considerato un talento nelle operazioni informatiche più aggressive, da anni al servizio del colosso partecipato dal ministero italiano che si occupa di investimenti nel campo della sicurezza.

IL CONSULENTE
Nato nell'area vesuviana, una carriera da consulente, fino agli arresti al termine delle indagini della Procura di Napoli.
Almeno quattro interrogatori investigativi, quelli rilasciati da D'Elia, che ha raccontato la sua storia all'interno di una delle aziende dell'ex gruppo Finmeccanica e che oggi potrebbe chiudere il suo caso almeno per questo primo filone di indagine.
Proviamo a pensare al possibile accordo che potrebbe essere ratificato in mattinata: tre anni e quattro mesi di reclusione è la richiesta di patteggiamento, al termine di un lavoro investigativo andato avanti sotto traccia per almeno un anno.
Sono stati i pm Maria Sofia Cozza e Claudio Orazio Onorati, magistrati del pool dei reati finanziari coordinati dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli, a dare parere positivo alla richiesta di patteggiamento, una sentenza che a questo punto dovrebbe essere solo ratificata, salvo colpi di scena.
Percorso diverso invece per il secondo imputato di questa vicenda, Antonio Rossi, una persona che per la sua competenza è sempre stato considerato il numero due della sicurezza informatica di Leonardo (al netto della precisazione dell'azienda, che chiarisce che non è un manager).
Rossi ha chiesto di essere processato seguendo la procedura ordinaria, distaccandosi dalla posizione di D'Elia, dicendosi determinato a dimostrare la sua estraneità alle accuse della Procura di Napoli.

VERIFICHE
Destini diversi, in uno scenario decisamente fluido.
Ma torniamo a D'Elia, alla richiesta di giudizio abbreviato in discussione oggi. Difeso dal penalista Nicola Naponiello, D'Elia ha confessato alcune delle accuse mosse nei suoi confronti, aprendo nuovi solchi da battere.
Possibile il coinvolgimento, nell'ambito delle verifiche condotte finora, di membri della polizia o di reparti investigativi.
Per anni, l'imputato ha svolto il ruolo di consulente, lavorando sempre in un regime di assoluta segretezza.
Secondo quanto confermato dai vertici di Leonardo, l'imputato non avrebbe lavorato su flussi di dati e informazioni della massima importanza, al punto che la sua condotta non avrebbe rappresentato un pericolo per fatti di alto livello, quelli coperti da segreto di Stato.
È possibile che, a questo punto, la Procura di Napoli voglia indagare sui rapporti tra l'ex consulente di Leonardo ("solo un consulente esterno temporaneo", secondo la società di Pomigliano) e alcune società statunitensi, nel tentativo di mettere a fuoco eventuali trasferimenti di informazioni.
Un'indagine che mira anche ad affrontare eventuali complicità in Italia e all'estero.

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