"CARA" PAOLA EGONU...
(...le spiego io che cosa fa veramente schifo)
di Mario Giordano
(da 'La Verità' del 6 febbraio 2023)
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Cara Paola Egonu,
le sono vicino per tutte le indicibili sofferenze che ha subito nella sua vita. E che ha denunciato nell'intervista a 'Vanità Fair', invocando addirittura l'apocalisse (testuale: "Mondo di m. Spero che arrivi l'Apocalisse".
Ma resto un po' perplesso quando lei si chiede se "vale la pena far nascere bambini e condannarli all'infelicità", aggiungendo che non vuol far vivere a suo figlio "tutto lo schifo che ho vissuto io".
Resto perplesso perché lo trovo offensivo nei confronti di tutte quelle mamme che, proprio ora, in questo momento, stanno mettendo al mondo figli in una situazione almeno tanto difficile come la sua.
Magari sotto le bombe in Ucraina. O in un villaggio sperduto dell'Africa. O anche soltanto in un quartiere della periferia di Milano dove non si arriva a fine mese.
Capisco che per lei sia più dura che per tutti gli altri per via della pelle nera.
Ma le assicuro, per riferirmi ai gravi episodi di razzismo denunciati nella sua intervista, che anche a me è capitato di ricevere un caffè freddo al bar e persino di rimanere chiuso fuori dalla banca, pur essendo colpevolmente bianco.
Per solidarietà nei suoi confronti, comunque, sono andato a rivedermi per intero "lo schifo" da lei vissuto nei suoi primi 24 anni:
-a 14 anni è entrata nel Club Italia
-a 15 anni ha avuto la cittadinanza italiana e la serie A2
-a 16 anni la serie A1 e la nazionale italiana
-a 18 anni è stata premiata come miglior giocatrice italiana
-a 19 anni come miglior giocatrice europea
-a 21 anni ha lavorato in un film della Disney
-a 22 anni ha presentato 'Le Iene' in prima serata TV ed è stata portabandiera olimpica
-a 24 anni sale sul palco di Sanremo.
Ha vinto due scudetti, due Champions League, cinque Coppe Italia, quattro Supercoppe, un Campionato Mondiale di Club, un oro alla Nation League, un oro agli Europei, un bronzo e un argento ai Mondiali ed è stata nominata Cavaliere della Repubblica.
Per essere uno "schifo" non c'è male.
Per carità tutto meritato, tutto conquistato. Ma, vede, siccome studia psicologia, le consiglio di pensare l'effetto che possono fare le sue parole sulle persone meno fortunate o meno dotate di lei.
Con tutto il rispetto per le difficoltà che lei ha incontrato, se la sua vita è "uno schifo" che cosa dovrebbe pensare una ragazzina nata paraplegica e inchiodata alla sedia a rotelle? Ne ho incontrate tante sa?
Nessuna di loro ha mai messo in dubbio l'importanza della vita.
In genere mi hanno regalato un sorriso.
E poi le chiederei un po' di rispetto anche per questo nostro mondo, prima di invocare l'apocalisse. Lo hanno costruito i nostri vecchi, con il loro sudore, e fa male vederlo disprezzato così da lei.
Mio nonno Lello, per esempio, ha cominciato a lavorare a 7 anni, ha faticato fino a 80, si è spaccato la schiena in fabbrica e nei campi, ha costruito case, piantato alberi e vigne, non si è fermato neppure quando la malattia lo costringeva a camminare con due bastoni fra atroci sofferenze.
Ebbene: non gli ho mai sentito dire che la vita era uno schifo. Mai.
E ha accolto ogni nipote come una gioia infinita.
Questa è la differenza fra lei e lui, non il colore della pelle, mi creda.