SORVEGLIANZA TOTALITARIA A VENEZIA
La Sorvegliatissima è usata da TIM come fattoria per mungere dati dai cittadini e lucrare su di essi senza il loro consenso.
1) LA PEGGIORE DI TUTTE
Venezia oltre al solito impiego di telecamere con intelligenza artificiale utilizza i dati delle celle telefoniche delle persone per tracciare chiunque entri o esca dalla città. La cosa è stata reputata estremista persino dal New York Times, che è considerato uno dei giornali più mainstream. La rete di videosorveglianza è basata sulle reti neurali ed è così potente che basta un'immagine d'esempio o una descrizione sommaria per poter ricercare qualsiasi persona o qualsiasi veicolo passi all'interno della città di Venezia, e dichiarano senza troppi problemi che le immagini di queste telecamere sono utilizzate dalle forze dell'ordine e dalla magistratura durante i processi.
Le telecamere servono anche per le ZTL, che a Venezia sono di tre tipi: la ZTL Centrale che interessa la zona centrale di Mestre ed è interdetta a tutti i tipi di veicoli che non sono autorizzati, le ZTL merci che impediscono l'accesso a veicoli adibiti al trasporto di cose con massa massima superiore alle 3,5t, infine la ZTL bus dove è impedito l'accesso agli autobus turistici. L'anonimato e la privacy non sono garantite perché l'accesso alla città è possibile solo mediante prenotazione, quindi basta incrociare i dati delle telecamere con quelli delle prenotazioni per poter identificare chiunque transiti nella città.
2) DATI FORNITI AI PRIVATI
Anche a Venezia, così come altre città, la sorveglianza è altamente centralizzata in una sala di controllo gestita da degli operatori che hanno accesso in tempo reale a tutto quello che succede nella città. La parte peggiore della questione è che tutto ciò è fatto in collaborazione con enti privati che entrano in possesso dei dati dei cittadini senza il loro consenso per fini di lucro. La smart control room non solo è stata realizzata in collaborazione con TIM, ma utilizza come interfaccia digitale Mindcity, una piattaforma di intelligence urbana di cui il proprietario è TIM, che non si vergogna di definire quello delle smart city un "mercato" nel quale crescere e svilupparsi. La raccolta e l'analisi dei dati viene fatta con il software urban genius che è ancora una volta realizzato da TIM, ma nel monitoraggio in tempo reale urban genius si appoggia anche a Google dataproc, una piattaforma di analisi di big data che ne consente la divisione in cluster. L'altro ente privato che guadagna da tutto ciò è Venis, un'organizzazione che si occupa di servizi informatici, che ha collaborato con TIM per la realizzazione della sala di controllo e che tutt'ora guadagna tramite essa. La rete 5g è ciò che secondo Venis ha reso possibile l'implementazione dell'internet delle cose e di collegare insieme le telecamere e i sensori con i server.
3) USO TOTALITARIO DELLA SORVEGLIANZA
La retorica del voler salvare Venezia dalle orde di turisti indisciplinati nasconde dietro di sé qualcosa ben più sinistro. Oltre all'uso totalitario nelle ZTL già esaminato, è stato già ammesso che durante la farsa pandemica questi sistemi sono stati utilizzati per segnalare gli "assembramenti" ai vigili così da farli intervenire. Incrociando invece i dati delle celle telefoniche con quelli dei posti letto disponibili nella città per i turisti, sono stati capaci di individuare 20mila "turisti fantasma" ospitati da albergatori che verosimilmente hanno evaso il fisco. Dopo queste analisi, infatti, è scattata una vera e propria caccia all'evasore nella città con controlli a tappeto dei vigili e della guardia di finanza.
CONCLUSIONI
Il sindaco, comportandosi in modo dittatoriale, ha pesantemente insultato dei manifestanti che si opponevano al pedaggio per entrare in città, impedendo di manifestare il dissenso verso le misure totalitarie della Sorvegliatissima. Uno degli epiteti utilizzati dal sindaco è stato "fascisti", il che fa riflettere su come si autopercepiscano questi criminali che trasformano le città in prigioni.
Fonte: Der Einzige
anubi
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