DA “E SE LUI NON FOSSE RISORTO…” DI JUDITH VON HALLE

…In quel momento il Salvatore rivelò tutta l’infinita grandezza del suo amore verso il mondo con il quale si era completamente unito, così come con gli uomini che lo abitano. In quel momento lo spirito di Cristo si innalza dalla tomba, nel primo corpo di resurrezione, per immergersi poi nel profondo del cuore di ogni anima umana. Ora dipende da noi celebrare quotidianamente, in umiltà, devozione e gioia, questo intimo fulcro di santità, per diventare consapevoli che siamo noi stessi che portiamo in noi, l’Altissimo e Preziosissimo. Attraverso la coscienza dell’io risvegliata possiamo finalmente raggiungere la giusta comprensione per un tale tesoro che è vivo in noi - con quale delicatezza e dignità possiamo, con questa vera e suprema cognizione, occuparci della nostra anima e del nostro spirito! Questo è il significato della frase: «Cristo in noi!» (…)

Questo sacro momento della svolta dei tempi è da guardare come un grandioso avvenimento occulto; il corpo di resurrezione del Signore, nella sua compiutezza, si innalza dalle profondità della Terra penetrata dal Cristo; e ascende dal sepolcro; mentre come risposta una ‘entità dell’intero coro di esseri spirituali superiori e amorevoli, discende la scala celeste ad accoglierlo. Nel Vangelo di Matteo sta scritto: «[ ... ] un angelo del Signore, sceso dal cielo» (Mt 28, 2). Questo è vero ed è accaduto. Egli realizzò la volontà del Signore, come se ogni cosa fosse già stata predisposta in anticipo, e fece rotolare la pietra come un giocattolo, assecondando la volontà di Cristo.
Il nuovo corpo spirituale del Cristo si innalzò dalla tomba e egli non uscì prono dall’ingresso dove la pietra era rotolata via, ma fluttuò attraverso la volta di roccia della caverna, attraverso la più dura materia, in alto fin sopra la verde collina. Al momento della crocifissione, nel corpo di Gesù, Cristo penetrò lo stato solido della materia e dopo conquistò le massime profondità della materia nella discesa agli Inferi. Il secondo Adamo si completa nel fantòma del corpo fisico quando lo spirito di Cristo sorge dalla Terra. Questa Risurrezione, questo momento di penetrazione attraverso la roccia, fu in realtà la nascita del fantòma. E benché il fantòma - come sappiamo da Rudolf Steiner – possieda tutte le proprietà del corpo fisico, non è legato alle leggi del mondo terreno. Così il Cristo ascese, attraverso la volta di pietra. Rimase così per un momento, fuori dal tempo - fu un’immagine indescrivibile, come se la sua gloria illuminasse tutto il mondo in ogni direzione. Ma anche se irraggiava in ogni direzione, nella sua entità splendente, nella sua volontà c’era come un impulso di volontà diretto ad ovest. Non ci sono parole per descrivere il sorgere dell’entità del Cristo dalle rocce. Fu il compimento, la fine del suo lavoro nelle profondità della Terra, da cui ora risorge come la Fenice, fuori da se stesso, innalzandosi dal suo stes­ so corpo terreno. La sua realizzazione era compiuta.

(…)Al momento della Resurrezione sorse dalla tomba il vero Figlio dell’Uomo, il secondo Adamo, che poteva essere creato e sviluppato solo attraverso l’incarnazione, la morte, la discesa agli Inferi e la risalita dalle profondità della Terra. Questo è il Figlio che si fonde nella circonferenza della Terra, che si unisce totalmente con la Terra per divenire la sua «superficie».
Attraverso la discesa del Logos solare sulla Terra la forza macrocosmica del Sole si unì con la Terra stessa. Ciò significa che quello che è chiamato Dio-Padre si trova tanto nel nòcciolo della Terra quanto nel cosmo che la circonda.
(…) Il momento in cui il Cristo si alza dalla tomba nel suo splendente corpo di resurrezione è il punto cruciale per lo sviluppo futuro dell’umanità. Non è soltanto un momento decisivo per l’umanità, è un gesto di significato unico anche nel mondo degli dèi. Ciò che il simposio degli dèi aveva stabilito tempo addietro, è stato del tutto compiuto in quel momento. Il piano divino di creare per gli uomini un bilanciamento alle influenze di Lucifero e Arimane, prevedeva una catarsi pre liminare nel passaggio di Gesù Cristo attraverso una morte umana. Gli dèi non conoscevano questa morte terrena. Questa catarsi preliminare trova la sua espressione nelle parole di Gesù Cristo sulla croce: «Tutto è compiuto!» (Gv 19, 3. Poi però il Sole spirituale era penetrato anche nelle profondità di Arimane. Questo Dio apparve come uno splendente conquistatore vittorioso nel nome dell’amore. Vedendolo in questo modo non si potrà mai più avere dei dubbi; e l’esperienza della sua presenza diventa - non solo per un’incarnazione ma anche per le successive - una percezione di certezza più limpida, pura e forte di tutte le cose che si trovano nel mondo terreno dei sensi, sensi che alla fine della vita si dissolveranno come il corpo fisico, insieme con i pensieri terreni vissuti nel cervello fisico. Invece i pensieri spirituali non si decompongono mai: «memoria spirituale», «pensiero spirituale», «visione spirituale» (dalla «pietra di fondazione»): questi pensieri vengono attirati nella natura eterna del sé superiore dell’uomo e diventano attivi affiancando le gerarchie nello sviluppo dell’uomo nuovo.
Il miglior modo di crearci un’immagine mentale del momento della Resurrezione è meditare sul quadro di Matthias Grünewald. La meditazione dinanzi a quel quadro ha un così forte effetto sull’anima, perché contiene dei dettagli che solo un iniziato poteva rappresentare. Anche se con il pensiero non si comprende tutto, con l’anima superiore, il divino inconscio, si percepisce la verità commovente di questa opera d’arte.
Ad esempio, vi è rappresentata una tela di colore bianco-azzurro in un modo tale che è facile immaginare che prima fosse stata nella tomba. Una gran parte è ancora stesa sulla tomba. È chiaro che questa tela rappresenta anche un fenomeno spirituale, come abbiamo accennato nella nostra ultima conferenza a proposito della trasfigurazione. Ma questo quadro mostra in modo eccelso l’effetto parallelo degli eventi interni e esterni, del quale ho parlato più volte. Abbiamo detto spesso che nella Resurrezione agiscono, combinandosi insieme, eventi sensibili e sopra-sensibili. Così questa tela è, esteriormente, proprio quella che in precedenza aveva avvolto il corpo di Gesù nella tomba.
Ora devo parlare ancora di un evento che l’uomo, che pensa in maniera soltanto materiale, considera impossibile: quando il corpo spirituale del Cristo ascende dalla tomba, il sudario fisico-materiale viene gettato via per sempre, dal punto di vista sia sensoriale che sopra-sensoriale. Si alza come portato dal vento, si innalza con l’ascesa del Cristo - faccio espressamente presente che la materia del sudario passa attraverso la materia della roccia che forma la caverna sepolcrale - e ricade, dopo la fine dell’ascesa del Cristo, raccolto nella nicchia sepolcrale. Lì esso rimane, come anche la tela del viso. La tela del viso è anche l’espressione sopra-sensoriale del corpo astrale del Gesù di Nazareth, che era asceso attraverso il capo.
Possiamo ancora osservare il dipinto di Matthias Crunewald, che ha rappresentato in modo geniale l’annullamento delle leggi naturali per azione dello spirito, nell’immagine della pietra tombale che fluttua in alto.
Questo è il momento della Resurrezione di Cristo, come avvenne a livello sensoriale e sopra-sensoriale insieme.