COSA FANNO CAMERA E SENATO?
E' da oltre 2 anni che mi guardo spesso e volentieri, le dirette di Camera e Senato, specialmente in occasione di votazioni delicate dove si scontrano le varie fazioni politiche.
Ed e' in questo modo che mi sono sorbito una marea di discussione su decreti legge, conversioni in legge di decreti, enunciazioni di DPCM - tanto odiati e vituperati da tanti, me compreso - e non ultime, conferenze stampa dei vari Presidenti del Consiglio di turno.
La cosa che salta maggiormente agli occhi, a chiunque si voglia divertire per lo stesso peridodo mio ad ascoltare questo infinito fiume di parole, e' che attualmente sia alla Camera che al Senato, non si riesce a sentire alcunche' di costruttivo ma solo ed esclusivamente infinite scaramucce...
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Robert Galli
Chiariamo qui alcuni malintesi fondamentali sulle libertà di parola e di stampa, con poche parole, perché mi pare non lo abbia ancora fatto nessuno, se non implicando tragedie nascoste nelle altre tragedie, magari espresse nelle novelle o nelle poesie (se prendi per esempio Huxley, Darwin, Orwell, e forse persino lo stesso Ezra Pound, vedi bene che loro possono querelarsi delle carenze e dei limiti delle libertà di parola e di stampa, se e quando lo fanno, ma si tratta delle carenze di libertà d’altri, non delle loro, perché i loro libri sono stati tutti pubblicati e distribuiti, e ciò comporta che le loro tese e le loro teorie dovevano anche servire gli interessi dei loro committenti o dei loro compari di circolo).
Quando frequentavamo le scuole e le università, eravamo costretti a sentire i nostri sprovveduti insegnanti ripetere, tra le tante inutili scemenze che ripetevano, che le libertà di parola e di stampa erano dei diritti meravigliosi, ottenuti grazie al trucco della democrazia repubblicana, imposta a tutte le nazioni dell’ occidente, dopo i bombardamenti delle più belle città del mondo, il gratuito massacro di 75 milioni di abitanti delle città, tutte totalmente disarmate, e l’invasione dell’Europa, operata dalle bande scellerate dei cosiddetti “alleati” con la finta cooperazione delle bande dei finti comunisti russi.
Prima di questo tragico momento storico in Italia e in Europa le libertà di stampa e di parola te le potevi proprio togliere dalla testa, perché l’Europa era fascista, perlomeno una decina di nazioni europee erano fasciste, con la moda del fascismo vigeva la censura e potevano parlare e stampare le loro balle solamente i giornali e gli editori di regime.
Questo dunque è lo schema. Grazie.
E però, abbandonate le ciarle dell’istruzione, uno nota da sé che questo trucco delle libertà di stampa e di parola, nella vita PRATICA, ha un funzionamento che
“con la libertà nun c’ha proprio gnente a che fà”
Ragioniamo assieme per una mezz’ora attorno “all’A,B,C” delle libertà di parola, di stampa e di espressione, diffuse con i mezzi di comunicazione.
Ha l’individuo, la persona umana in carne ed ossa, libertà di parola?
Sì, al bar, con gli amici, può dire tutto quello che gli pare, ma questa è la stessa libertà che hanno i cittadini della Cina comunista, il cui regime, quello sì, opera una censura estremamente efficace. Eppure nulla impedisce al cinese di dire male di chicchessia, con gli amici al ristorante, senza che per questo venga arrestato o manganellato. Altro è dire se s’inventa di finanziare un partito politico concorrente a quello di governo, perché allora scompare con la velocità del fulmine. Tolto questo, ha libertà di parola, su tutto. L’unica regola che deve rispettare è quella di evitare che il suo parlare assuma la valenza del comizio politico. Ma perché sia un comizio politico, occorrono organizzazione e mezzi finanziari, e allora si rientra nella casistica di sopra, perché se non hai i mezzi, non fai il comizio politico nemmeno in occidente. Possiamo concludere che la libertà di parola, per l’individuo singolo, è limitata alla libertà di dire ciò che si vuole al bar con gli amici, e questo vale sia in occidente che in oriente, sia nelle organizzazioni delle finte democrazie che in quelle delle dittature del finto comunismo. Se invece uno vuole fare politica attiva, deve disporre di mezzi, che normalmente provengono da gruppi economici più o meno interessati a quella particolare attività politica, e quindi l’attività politica non ha niente a che fare con la libertà di parola, perché (a) se non hai i mezzi non hai la libertà di praticarla e (b) perché, se la pratichi con i mezzi degli altri devi stare alle regole che ti impongono quegli altri. Sei un lavoratore dipendente, stai ai loro orari e alla loro disciplina, tutte briglie che non si accomodano con l’illusione della libertà di espressione e di parola.
Ha l’individuo, la persona umana in carne ed ossa, libertà di stampa?
Ma è chiaro che no. Le logiche viste di sopra circa la libertà di parola valgono ancora di più quando si parla di libertà di stampa (e per libertà di stampa oggi intendiamo libertà di pubblicare ciò che si vuole e come capita, con il cinematografo, la televisione, la radio e i mezzi della rete internet, offerti dal grande capitale usuraio). La censura ferma l’individuo all’origine della comunicazione. L’individuo non può andare in televisione a dire ciò che vuole, come non può prodursi un bel film scritto da lui, o distribuire un suo libro, o scrivere articoli sui giornali di grande tiratura, perché, l’individuo, non avendo mezzi propri e/o non godendo dei mezzi d’altri, non rientra nelle meccaniche distributive della finta informazione. Perciò, l’individuo non ha proprio nessuna libertà di stampa. Tutti i grandi personaggi immaginari che hanno successo nel mondo del cinema, della Tv e dell’editoria sono “in famiglia”. Essi, come gli autori accennati di sopra, nascono o vengono introdotti in ambienti che permettono loro di fare ciò che fanno, ma devono stare alle regole e quelle regole costituiscono la censura per loro, che pure sono raccomandati. A qualche bella femmina o a qualche fortunato può capitare di venire dal nulla, diventare celebre ed avere successo nel mondo della comunicazione, certo, ma i mezzi della sua comunicazione, e quindi della sua libertà di espressione per il tramite della “stampa”, non sono mai i suoi e ciò significa che deve dire ciò che gli viene detto di dire e non altro.
La censura come viene raccontata non è affatto necessaria e non sappiamo poi nemmeno se è mai veramente esistita. L’effetto del controllo della comunicazione si ha senza praticare nessun controllo della comunicazione, o quasi. Possiamo quindi concludere che la libertà di stampa per l’individuo in carne ed ossa non si ha e che, per quanto riguarda i personaggi immaginari della televisione, del cinema e della cartaccia stampata, una parvenza di libertà si ha, ma è fallace, limitata e pilotata. I personaggi immaginari di stampa e Tv godono SOLO ed esclusivamente di 2 forme di libertà di stampa:
1) la libertà di dire scemenze, che comunque sono sempre decise da altri, senza per questo essere presi a manganellate sulle loro teste vuote;
2) la libertà di calunniare i malcapitati di turno, i bersagli che essi neppure scelgono o conoscono, senza però incorrere nella meritata pena che spetta al calunniatore, cioè quella stessa che sarebbe spettata al calunniato se l’accusa fosse stata fondata.
E però, anche queste due forme di finta libertà di stampa sono truccate, perché non si può dire che un soggetto goda di libertà di stampa se deve dire scemenze e calunniare a casaccio, solo sulla base della sceneggiatura scritta da altri impiegati dei suoi committenti. Se pensavo da ragazzo che la libertà di stampa fosse un privilegio offerto esclusivamente ai ruffiani di stampa e Tv, oggi comprendo che pure quella è un’illusione. Non esiste nemmeno per loro e, anzi, siccome parliamo di fantocci assoluti, che pure sono strapagati, di scimmie ammaestrate, ma di scimmie che sono dentro la gabbia della televisione e/o del giornale, la pratica della “Libertà” nella gabbia non si ha.
C) Ha l’individuo, la persona umana in carne ed ossa, libertà di comunicazione usando i mezzi offerti dalla rete internet?
Tutto ciò che si dice di sopra, vale pure qui. Quindi, no, è chiaro che no. Ho sentito un fesso, qualche giorno fa, dire dalla sua finta Tv, diffusa via YoutTube, che:
“..i social media sono nati per dare voce a chi non ha voce..”
Ma quando mai?
Leggevo anni fa una lunga dissertazione a proposito della rete internet, scritta dal solito professore universitario che non è mai uscito di casa e non ha mai capito come crescono le rape. Egli scriveva che “la cosa affascinante della rete internet è che nessuno ne è proprietario!”
Ma quando mai?
Tutta la rete internet, tutta, gira su macchine potenti e costose, che sono collocate in ambienti altrettanto costosi, e la comunicazione si trasmette per via di costosissimi cavi sottomarini, cavi in fibra ottica che poggiano sul suolo sott’acqua, CAVI sottomarini, non parliamo di sommergibili, come diceva quell’altro sprovveduto, mollati sotto l’acqua degli oceani, che collegano i continenti.
Non c’è nulla di magico, quindi, ci sono le solite grandi corporazioni multinazionali che provvedono a fare che la comunicazione sia rapida ed efficiente e che lo fanno per un ritorno anche economico.
Gli ambienti virtuali ospitati da questi costosissimi mezzi e macchinari sono a loro volta scritti da gente che non ha proprio la minima intenzione di “dare voce a chi non ha voce” e non si capisce neppure perché dovrebbe essere diversamente.
Con il trucco dell’interattività si dà all’individuo la possibilità di scrivere scemenze e pubblicarle, esattamente come fanno i giornalisti. Però il problema visto di sopra non si risolve così, perché è la meccanica distributiva che opera la censura in origine, quasi naturalmente, possiamo dire, e un individuo che pubblica le sue scemenze ha grande pubblico oppure non lo ha, a secondo di quelle meccaniche distributive. Per esempio, il noto infiltrato Beppe Grillo, dieci anni fa, contava su milioni di visualizzazioni sul suo Blog. Era quel successo editoriale dovuto alla libertà di Beppe Grillo di esprimere la sua comunicazione? Era forse dovuto alla qualità dei suoi contenuti? Anche ammesso che quei contenuti fossero leggibili, non è il mezzo di comunicazione che ha reso possibile il “successo editoriale”, e quindi il successo della libertà di stampa, essendo quella comunicazione giunta a milioni di persone.
Il mezzo gira o non gira a seconda delle stesse meccaniche distributive del cinematografo, dei giornali e della televisione. Un messaggio pubblicitario, uno stupido slogan qualunque, viene ripetuto molte volte fino a che diventa una costante del finto bagaglio culturale del consumatore. Il che vuol dire che quel messaggio, per essere ripetuto molte volte, può essere ripetuto molte volte solo da chi ha i MEZZI per farlo. Nel caso dell’immagine del fantoccio Beppe Grillo, come tutti sanno, si tratta di un’immagine pubblicizzata e ripetuta alla nausea per 40 proprio dalla televisione. Il successo editoriale dei suoi scritti, il successo cioè della libertà di stampa, con la quale egli ha potuto diffondere a milioni di persone le sue querele pretestuose e tendenziose, NON dipende dal mezzo usato in rete, dipende solo dalla notorietà del veicolo pubblicitario, la sua immagine, l’immagine di un pagliaccio noto a tutti. Se gli stessi contenuti scritti da lui fossero stati pubblicati da altri, avresti che la libertà di stampa sarebbe rimasta limitata ai pochi amici del bar, come si diceva di sopra circa la libertà di parola. Uno dice, e ho sentito proprio un PM dirlo,
“ma quella pagina diffamatoria..se non si cancella..può essere vista simultaneamente da tutto il mondo e quindi gli effetti sono DEVASTANTI per la persona diffamata…”
No, questa è una fesseria. È vero che una pagina web può essere vista in tutto il mondo, ma è anche vero che NON viene vista in tutto il mondo. Per vederla DEVI CERCARLA e la cercheranno solo i pochi amici al bar di cui si parla di sopra. Non serve fare la censura, il meccanismo distributivo è censorio in automatico. Ci sono miliardi di altre pagine e miliardi di altre scemenze che nascondono quelle scemenze che il PM vorrebbe censurare. Non nascondono però le scemenze di Grillo, come non nascondono quelle di altri personaggi immaginari che fanno parte dei circoli dei raccomandati e che servono, proprio come nelle televisioni, a depistare, distrarre, intrattenere, confondere eccetera.
Della “visibilità” acquisita senza spinte d’altri
Come si cerca di dimostrare di sopra, perché si realizzi il trucco della “libertà di stampa”, bisogna che la comunicazione sia distribuita, cioè bisogna che l’oggetto della comunicazione sia ricevuto da una moltitudine di persone e, cioè, bisogna che acquisti “visibilità”.
Se una pagina web è vista solo da amici e parenti parliamo d’altro, per esempio delle cartoline che una volta ad amici e parenti si spedivano per natale. Quella pure è comunicazione, ed è relativamente libera, ma quella pratica non rientra in quelle della libertà di “stampa”, perché la loro comunicazione non è diffusa.
Del resto; “mass media” significa proprio questo, giusto? Comunicazione di massa, che però dovrebbe essere chiamata comunicazione per le masse, alle masse, diretta alle masse, indirizzata alle masse e non “di massa”, perché non è interattiva, le manca il carattere della reciprocità, che invece non manca alla spedizione delle cartoline.
Con l’invenzione del trucco della rete internet, le masse, e i PM e i professori universitari e moltissimi avvocati, s’illudono che il problema dell’interattività e delle reciprocità della comunicazione sia finalmente risolto. Le masse, non solo ricevono le comunicazioni ma possono rispondere a loro volta. Non solo ricevono i messaggi pubblicitari, quindi, possono anche comprare direttamente in linea, realizzando così l’interattività e la reciprocità con l’origine del messaggio comunicato. Ma tra chi invia e chi riceve esiste sempre un rapporto produzione-consumo, perché l’interattività non è interattività di contenuti omogenei. Chi invia, invia un contenuto, chi riceve, invia una risposta, un commento, un giudizio, su quel contenuto, ma non risponde con un altro contenuto.
Nonostante tutto ciò che si dice di sopra, c’è ragione di credere che esistano nel mondo delle sterminate comunicazioni della rete alcuni personaggi non immaginari che, partendo da zero, riescono ad acquisire porzioni di visibilità e, con ciò, realizzano in parte il loro bisogno biologico di esprimersi liberamente, operando nel diritto di quella comunicazione che qui abbiamo genericamente definito “libertà di stampa”. Se è vero che NON sono personaggi immaginari, se è vero che NON sono finanziati e/o raccomandati da terzi, possiamo arrivare ad ammettere che il mezzo, il veicolo di comunicazione della rete internet, offre la possibilità, anche all’individuo in carne ed ossa, di DISTRIBUIRE i propri contenuti e di acquisire visibilità, purché spinga, sgomiti, purché usi certe tecniche di marketing per farsi notare, oppure, purché abbia dei contenuti particolarmente utili o divertenti.
E però, questa “visibilità”, questa “libertà di stampa”, si ha sempre nell’ambito di comunità che usano e condividono lo stesso mezzo di comunicazione, il quale, anche quando è gratuito, ammette o non ammette quelle “visibilità” in modo arbitrario. “Chi paga sceglie la musica”. Perciò, chi si dimentica di essere in “casa d’altri”, chi si abitua male a pensare di essere libero, solo perché “lo lasciano fare fino a che non decidono di farlo smettere”, finisce col piagnucolare le restrizioni operate dal “padrone di casa” che invece era lì già dalla prima ora e che controllava, operava censure, anche se l’ospite non se n’era accorto.
Del Pianto degli infiltrati
Gli infiltrati sono molto spesso dei pusillanimi. La censura è fastidiosa, sì, ma non per loro, perché loro fingono di fare contro-informazione ma sono raccomandati e non vengono censurati. Fanno come quei PM che DICONO di avere le prove senza averle. Il fatto di dirlo è già sufficiente, fanno uguale, dicono di essere censurati ma non lo sono, e ti fanno il pianto proprio dalla stessa “rete televisiva” che criticano e che, essendo nemica, non li ha ancora espulsi. Oggi, in via straordinaria, non si fanno nomi, tranne uno, non per pudore ma per evitare di distrarre dal tema. Chi si lagna del canale ma non cambia canale è doppiamente ipocrita. (1) È ipocrita perché, se non ti hanno chiuso il canale, che piangi a fare, che ti lamenti a fare? Di cosa ti lamenti, esattamente? Si tratta di vittimismo ostentato sistematicamente per rafforzare l’idea che essi operino il dissenso. In verità è finto dissenso, come lo era quello di Grillo (unico nome di oggi). (2) È ipocrita perché non cambiano canale. Perché non cambiano canale? SEMPLICE. Perché non esiste al mondo un’altro canale che abbia la stessa capacità (lo stesso potere) distributiva. E perché no? Perché dietro queste grandi corporazioni multinazionali, non ci sono quelle facce da idioti che vi fanno vedere. Dietro di quelle c’è la gestione dei grandi capitali fabbricati dai grandi usurai. Ma poi, restiamo semplici, tecnicamente, se è Google, per esempio, una di questa mega-corporazioni multinazionali, che posa i cavi di fibra ottica sul fondo degli oceani, che ha i palloni meteorologici e una intera flotta aerea per fotografare tutte le vie di tutto il mondo, che ha le informazioni industriali di tutti i commerci che esistono nel pianeta, che ti legge la posta, che conosce la parola chiave con la quale colleghi il cellulare al router di casa, cosa ti fa pensare che il canale YouTube, roba sua, sia stato fabbricato per “dare voce a chi non ha voce, e che sia gestito da una confraternita di giovani sfaccendati, liberi di esprimere tutto ciò che vogliono e di farlo con la stessa capacità distributiva di Beppe Grillo?
I fabbricatori delle agenzie di stampa decidono quasi tutto ciò che viene detto e scritto in tutte le televisioni del mondo, su tutti i giornali del mondo e in tutti i libri del mondo, ogni giorno. Le stesse puttanate rimbalzano sulla rete internet ogni minuto di ogni giorno. Non è una novità, è così dalla prima ora della rete internet, che, piccolo dettaglio, è un progetto DARPA, un progetto militare con il quale sì, si trasmettono anche nozioni utili ma che, per la più parte, serve alle operazioni di controllo sociale. I fessi dicono, lo sanno, e però dicono si…che bello…un progetto che nasce come militare e poi viene “ceduto”, regalato, ai babbei del mondo di chi non ha voce per dare voce.
Se ci credi, sei uno sprovveduto, se invece lo ripeti sul tuo blog, come fanno molti stupidi professori universitari, sei un fesso.
La “libertà di stampa” è un altro trucco, quindi, usato per intrattenere gli allocchi.
Resta da chiarire perché è dato a degli anonimi non raccomandati di promuovere i loro contenuti anche se non sono di natura commerciale. La mia teoria, per esempio per quanto riguarda questo canale, è che, in questo momento storico, in cui a nessuno è concesso di dire contro quello che stanno facendo….e non lo diciamo qui per non scivolare sulla buccia di banana, qualsiasi altra forma di critica e di intrattenimento, serve la loro causa. In altre parole, come succedeva ai tempi di Grillo, vuoi criticare Tizio, Caio e Sempronio? Non c’è problema, purché tu non ti azzardi più a parlare della truffa delle banche centrali. Oggi il tema è un altro, nessuno si ricorda quello che diceva a buon titolo Grillo nel 1998, oggi il tema è quello delle operazioni di………… e nessuno si preoccupa più della truffa monetaria, a onta del fatto che anche questa operazione serve per demolire l’economia del pianeta, come lo era la truffa finanziaria del 2007, come lo erano i trucchi delle privatizzazioni, le 5000 decapitazioni delle grandi industrie italiane, operate dalla banda Di Pietro (secondo nome scivolato e fuori tema) eccetera. Le masse dei babbei non capiscono che vogliono impoverirvi e che questo per loro è più importante del loro arricchirsi, perché possono fabbricare tutto il denaro che vogliono e quindi non è questo il tema.
Sia come sia, speriamo che tutto ciò detto sia una cantonata, come quelle delle sentenze di primo grado della maggioranza dei mercati della giurisprudenza italiana e americana. Se fosse tutto giusto, dovremmo cambiare canale e, se cambiassimo canale, di fatto chiuderemmo bottega.
Quando ho visto che avevano inchiodato il canale, e ancora non si capisce cosa abbiano fatto, pensavo di caricare tutti i documenti audio su un altro sito gratuito, che esiste, perché esistono alternative, oggi. Ma non lo farò, perché dovrei perdere ore di tempo senza che nessuno, o quasi, possa effettivamente trarne beneficio. La capacità distributiva del mezzo di comunicazione è la chiave della comunicazione, NON l’efficacia del messaggio, ricorda.
Se guardi i messaggi di Obama e/o di Berlusconi e/o degli altri fantocci buffoni, sono tutte cazzate. La ragione del loro successo sta, o stava, nei mezzi che DISTRIBUIVANO le loro facce da idioti e le loro scempiaggini.
Il “grande comunicatore” non è un grande comunicatore.
Il grande comunicatore gode di grandi mezzi per distribuire la comunicazione.
Goering e Goebbels sono ancora tra noi e restano immortali, fino a che la maggioranza è costituita dagli imbecilli.
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