Elon Musk compra Twitter (e inizia a licenziare i manager)

Elon Musk ha mantenuto la promessa, e ha comprato Twitter.
L’acquisizione è avvenuta poche ore prima della scadenza fissata dal giudice per il completamento dell’acquisizione.
Trascorso il termine sarebbe ripartito il processo per inadempimento intentato dai manager della società.
Musk ha twittato “L’uccellino è stato liberato” e ha aggiornato la sua bio in “chief twit”.
Ha immediatamente licenziato il ceo Parag Agrawal e altri tre top manager.
Il chief financial officer Ned Segal, il responsabile degli affari legali Vijaya Gadde, e il general counsel Sean Edgett.
Nonché Vijaya Gadde, la donna che aveva chiesto di sospendere permanentemente l’ex presidente Usa Donald Trump per aver istigato l’assalto al Congresso americano.

Il mercato aveva capito che i giochi ormai fossero fatti dopo un’uscita curiosa di Musk, certo non nuovo a esternazioni poco ortodosse su Twitter, dal sondaggio in cui chiedeva ai suoi follower se dovesse vendere il 10% di Tesla al tweet in cui sfidava Vladimir Putin a un duello di arti marziali: un giorno prima dell’acquisizione il magnate sudafricano aveva infatti postato un video che lo ritraeva mentre portava un lavandino nella sede della società.

“Let that sink in!”
“Let that sink in!”, era stata la laconica affermazione del ceo di Tesla e SpaceX, un gioco di parole tra il termine sink (lavandino, appunto) e un’espressione che da un lato potrebbe essere interpretata come “fatevene una ragione”, e dall’altra potrebbe richiamare il termine “kitchen sinking”, che significa prendere misure drastiche su una società.

Nelle scorse settimane era stato ventilato che Musk volesse licenziare il 75% dello staff di Twitter.
Affermazione poi smentita dallo stesso Musk ai dipendenti della società.
Ma i fatti confermano che anche se i numeri dei licenziamenti saranno diversi, l’intenzione di fare “piazza pulita” è confermata dagli ultimi sviluppi.
Almeno uno dei manager licenziati è stato infatti scortato fuori dal quartier generale di Twitter, secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa.

Musk ha dichiarato
di aver voluto acquistare Twitter spinto
“dall’amore” e dalla voglia di “aiutare l’umanità”
“perché è importante per il futuro della civilizzazione avere una piazza comune digitale dove un’ampia gamma di idee può essere discussa in modo salutare senza ricorrere alla violenza”.

L’uomo più ricco del mondo ha anche ammonito sul rischio che la piattaforma social si divida in camere di risonanza di schieramenti politici.
“C’è una reale possibilità di fallire” nel cercare di centrare gli obiettivi, ha aggiunto.

L’acquisizione di Twitter è stata un’operazione particolarmente travagliata, con una parabola molto mediatica.
Prima, lo scorso aprile, l’annuncio dell’acquisizione da 44 miliardi di dollari, accompagnato dalle fanfare social (e da una certa preoccupazione degli azionisti di Tesla e degli attivisti politici).
Poi il dietrofront, motivato dalla scoperta di un numero di account falsi più alto di quanto dichiarato dalla società con l’inevitabile scia di conseguenze legali: Twitter aveva citato Musk quando ha cercato di sottrarsi all’accordo di fusione.
Infine, una nuova inversione a U, quando Musk ha dichiarato di voler riprendere in mano l’operazione proprio poco prima che iniziasse il processo per inadempienza contrattuale.

Un giudice della Chancery Court del Delaware aveva fissato per oggi (28 ottobre) la scadenza per l’acquisizione.
Twitter, non credendo alla parola di Musk, aveva infatti voluto che il tribunale rimanesse coinvolto.
Il giudice ha finito per rinviare il processo originale fissato per la scorsa settimana e ha dato alle parti tempo fino alla fine di questa settimana per concludere l’accordo, altrimenti avrebbe fissato nuove date per il processo a novembre.

Musk ha intenzione di ritirare la società dalla Borsa, una prospettiva che tieni molti in apprensione per via dell’eccessivo controllo su un media ormai di forte rilevanza politica a livello planetario, oltre ad altre dichiarazioni di intenti controverse, come l’intenzione di rimuovere le censure e far tornare su Twitter Donald Trump (che era stato bandito dopo l’appoggio agli assalti a Capitol Hill).

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